Eccoci al venticinquesimo della strage del Moby Prince. Sono passati 25 anni, un quarto di secolo, una generazione. 25 anni alla ricerca di una verità perché quella ufficiale uscita dai tribunali non ci basta, anzi……. Una verità quella ufficiale costruita per mettere una pietra tombale sulla vicenda del Moby Prince, nebbia, velocità del traghetto, superficialità e disattenzione del comando, morte repentina di tutti, passeggeri e membri dell’equipaggio del traghetto. Una verità di comodo che lascia fuori tante responsabilità, a partire da quelle della capitaneria di porto di Livorno che avrebbe dovuto coordinare i soccorsi. Una verità che banalizza tutto come un semplice incidente e che non tiene conto di tanti aspetti mai chiariti: la posizione e la direzione e lo stato a bordo della petroliera prima della collisione, la rotta del Moby Prince, il traffico di navi militari e militarizzate americane nella rada di Livorno, gli atti di manomissione compiuto sul traghetto sotto sequestro, come la rimozione dei registri delle eliche e l’orologio in sala macchina, la mancanza di tracciati radar e di immagini satellitari che già da anni avrebbero messo un punto fermo sulla posizione e la rotta della petroliera e del traghetto e per cui sulla reale dinamica della collisione. Tanti, troppi punti oscuri……era più facile chiudere dipingendo la storia come un banale incidente.
Ma noi familiari delle vittime non ci stiamo, e se dopo 25 anni siamo ancora qui a lottare e’ perché vogliamo sapere a tutti i costi il perché i nostri cari sono morti, il perché nessuno ha cercato di soccorrerli mentre consumavano le ultime ore della loro vita in una agonia atroce, chi ha fatto di tutto perché la verità non venisse fuori.
Moby Prince, 25 anni di lotta per a verità, ma forse la verità è più vicina. L’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sul Moby Prince e’ un fatto unico e speciale, in un momento particolare del Paese; maggiore sensibilità e vicinanza delle Istituzioni, a partire dai Presidenti di Senato e Camera, Piero Grasso e Laura Boldrini, e di recente anche dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, fino ai Governatori di molte regioni italiane e ai sindaci e consigli di numerosi comuni italiani, la vicinanza espressa in queste ore dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Un progressivo esponenziale diffondersi di testimonianza dei cittadini che si avvicinano alla vicenda e che contribuiscono a divulgare ed a sensibilizzare l’opinione pubblica. La vicinanza dei giornalisti della carta stampata, delle televisioni, dei siti web che seguono la vicenda con una sensibilità particolare. In questo panorama non poteva non nascere e lavorare la commissione di inchiesta, il cui presidente, Senatore Silvio Lai, ha sicuramente un compito non facile, riprendere il filo di una matassa intricata. Ma dal lavoro fatto fino a questo momento e dalle sue parole traspare la determinazione di tutta la commissione di andare fino in fondo, di non accettare la verità processuale, di intraprendere strade inesplorate. Per noi familiari delle vittime la commissione di inchiesta e’ l’ultima spiaggia per chiudere un capitolo indegno della storia italiana e per dare giustizia ai nostri cari. In ogni caso non ci fermeremo mai, e se non noi, continueranno i nostri figli ed i nostri nipoti. La verità prima di tutto!

9 aprile 2016

Luchino Chessa
Associazione 10 Aprile-Familiari Vittime Moby Prince

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