Nel 2009 la Procura affida una consulenza tecnica agli Ammiragli ing. Giuliano Rosati e dott. Giuseppe Borsa (depositata il 17 giugno 2009). In questa relazione tecnica sono riportati su di un elaborato cartografico disegnato a mano dai Consulenti alcuni punti delle presunte posizioni di ancoraggio (14 punti) della petroliera Agip Abruzzo emersi negli anni e solo citati in diversi passaggi delle inchieste e dei processi. Non sono prese invece in considerazione le posizioni indicate dalla Sentenza di primo grado del Tribunale di Livorno e quella indicata dalla Corte di Appello del Tribunale di Firenze che clamorosamente nessuno rileva essere entrambe all’interno dell’area di divieto di ancoraggio e pesca presente al di fuori del porto di Livorno. Di contro la proiezione sulla carta dei diversi punti selezionati ha permesso ai Consulenti di definire un rettangolo di 600x300m che li racchiude e di indicare il baricentro di questo rettangolo come il “probabile” punto di ancoraggio della M/C Agip Abruzzo al momento della collisione appena fuori dell’area tratteggiata di divieto di ancoraggio e pesca. Posizionare il punto della collisione all’esterno dell’area di divieto di ancoraggio consente così di affermare, nel 2009, che ci fu la sola responsabilità del Comando del traghetto passeggeri nella collisione con la petroliera regolarmente ancorata in rada. Ma la posizione di fonda dell’Agip Abruzzo la mattina successiva – presumibilmente la posizione della collisione come sempre condiviso da tutti – è univoca e confermata da tutti i dati oggettivi a disposizione e si trova senza dubbio all’interno dell’area di divieto di ancoraggio, esattamente come individuato nella sentenza di primo grado che evidenziava una notizia di reato già nel 1997 senza che fosse preso alcun provvedimento successivo. Quanto affermato può essere verificato attraverso semplici allineamenti e triangolazioni di fotografie e video che individuano precisamente la posizione della M/C Agip Abruzzo in rada la mattina successiva alla collisione all’interno dell’area di divieto di ancoraggio e pesca. Riconoscere la posizione della collisione all’interno dell’area di divieto di ancoraggio determina che la petroliera non fosse dove si è da subito dichiarato, ovvero regolarmente ancorata in area consentita, ed introduce una prima modifica delle condizioni di navigazione del traghetto, non più sulla direttrice di rotta per Olbia. Due sentenze quindi accertano che la posizione in cui avviene la collisione è all’interno della zona di divieto di ancoraggio e pesca, ma di questa clamorosa evidenza non si fa cenno alcuno nemmeno nelle più recenti indagini del 2009 elidendo così le eventuali responsabilità del Comando della petroliera Agip Abruzzo nonché della Capitaneria di Porto di Livorno. L’immagine evidenzia la posizione dell’Agip Abruzzo indicata nella sentenza di primo grado (43° 29′.8 N 10° 15′.3 E).


Evidenziato dalle linee rosse il punto di fonda dell’Agip Abruzzo, così come riportato sulla sentenza di primo grado

E’ importante avere chiari alcuni punti fermi:

nonostante quanto dichiarato da alcuni testimoni, la mattina dell’11 aprile l’Agip Abruzzo era in una posizione interna alla zona di divieto ancoraggio e pesca e con prua rivolta verso sud (vedi immagine 2: l’immagine è stata scattata all’alba dell’11 aprile 1991 mentre il Moby Prince veniva rimorchiato verso il porto. Il punto di scatto è quindi da mare verso terra, quasi in linea con la levata del sole. Come si nota la sagoma dell’Agip Abruzzo ha il castello di poppa sul lato sinistro quindi il fianco destro è verso la fotocamera ovvero la prua ha orientamento verso sud-ovest);

Immagine scattata la mattina dell’11 aprile da mare verso terra (il rimorchiatore sta trainando il Moby Prince in porto), si nota la prua dell’Agip Abruzzo rivolta a sud

    • non esistono agli atti immagini fotografiche o video che ritraggano esattamente il momento della collisione e quindi che rendano possibile estrapolare con precisione il punto di ancoraggio dell’Agip Abruzzo e l’orientamento di quest’ultima;
    • gli unici documenti dove potrebbe essere estrapolata quantomeno la prima fondamentale informazione sono i tracciati radar dei natanti legati direttamente o indirettamente alla U.S. Army e/o le immagini satellitari a disposizione di autorità militari italiane o straniere (di cui si ipotizza l’esistenza) e/o qualsiasi altra documentazione fotografica o video ad oggi inedita;
    • esiste un documento video (chiamato “video D’Alesio” per via del suo autore: Francesco D’Alesio figlio dell’armatore Nello) realizzato a circa 5 minuti dalla collisione: in relazione a quanto mostra il video la sentenza di appello dichiara che quanto si vede è il profilo della petroliera che pertanto avrebbe prua verso sud-ovest mentre la richiesta di archiviazione del 5 maggio 2010 non valuta in alcun modo il filmato quale riferimento sul tema “orientamento dell’Agip Abruzzo”.
    • è lo stesso comandante dell’Agip Abruzzo Renato Superina, nei momenti successivi alla collisione, a riferire che la prua è orientata verso sud: di seguito la registrazione