Il contesto
La chiusura del Canale di Suez rappresentò un evento dall’impatto prorompente nel settore del trasporto marittimo e in particolare di quello petrolifero.
La necessità di circumnavigare l’Africa per raggiungere l’Europa e gli Stati Uniti dal Golfo Persico (area che rappresentava la principale fonte di approvvigionamento di greggio) rese indispensabile la realizzazione di navi sempre più grandi per ammortizzare i costi di trasporto in funzione della lunga durata dei viaggi (ad esempio un viaggio dal Golfo Arabico all’Italia durava dai 30 ai 35 giorni). La SNAM, all’epoca Società Armatrice del Gruppo ENI, commissionò alla FINCANTIERI sei navi da 250.000 tonnellate di portata (VLCC – Very Large Crude Carrier) che furono tutte realizzate presso il cantiere di Monfalcone (Agip Sicilia, Agip Sardegna, Agip Campania, Agip Lazio, Agip Marche, Agip Abruzzo) e altre che vennero costruite presso il cantiere di Genova Sestri, un’ultima fu invece acquistata dal “mercato dell’usato”, cioè l’Agip Firenze. La riapertura del Canale di Suez comportò il minor impiego delle superpetroliere che dovevano ormai trasportare minor carico, per questo vennero sottoposte ad interventi di “dejumboizzazione” (taglio e accorciamento della nave).

La nave
Ultima superpetroliera commissionata dalla SNAM, fu varata nei cantieri di Monfalcone l’8 luglio 1976 e consegnata a fine aprile 1977. Nel 1987 fu “dejumboizzata”, cioè accorciata di 63 metri. I lavori avvennero nei cantieri S.Giorgio di Genova asportando la parte centrale dello scafo. Una particolarità: a differenza dell’Agip Marche, il taglio dell’Agip Abruzzo fu eseguito a nave galleggiante. Nell’Ottobre del 1991, a seguito della strage, fu venduta alla Incori Shiptrade ltd per la demolizione e fu rimorchiata verso Gadani Beach, in Pakistan, dove arrivò il 31 Gennaio 1992. Durante il viaggio fece sosta a Las Palmas dove cambiò nome in Zeus.

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