E’ passato anche il trentunesimo anniversario della strage del Moby Prince. Solite cerimonie in Comune, solita sfilata per le vie di Livorno, solito lancio in mare delle rose, solite interviste, soliti incontri tra noi familiari delle vittime, una commozione enorme, un dolore che si ripresenta come ogni anni. Tutto uguale come negli scorsi 30 anni. Cosa sta cambiando? Anzi qualcosa sta cambiando? In occasione della cerimonia commemorativa nell’aula consigliere del Comune di Livorno, i rappresentanti delle associazioni hanno ricordato quanto è importante avere giustizia per una strage, la più grave della marina mercantile dal dopo guerra, la più grave strage sul lavoro della Repubblica Italiana, e il lavoro che stanno facendo la Commissione Parlamentare di Inchiesta alla Camera, preseduta dall’Onorevole Andrea Romano,  e le Procure di Livorno e Firenze riguardo al reato di strage,. Ma siamo anche in attesa della sentenza della Corte d’Appello della Sezione Civile del Tribunale di Firenze per la causa civile contro lo Stato. Forse veramente qualcosa si sta muovendo, con le lentezze della  burocrazia italiana, ma in effetti qualcosa  sta cambiando. Siamo tanti familiari uniti, due associazioni dei familiari delle vittime in una……e questo fa la differenza! Abbiamo una opinione pubblica che conosce i fatti e segue le vicende giudiziarie, abbiamo una stampa che da anni oramai ha capito che la tragedia del Moby Prince non è stato un banale incidente, ma una vera e propria strage. Noi familiari continuiamo a andare avanti per la nostra strada, sempre in punta di piedi davanti a drammi enormi come la pandemia da Covid e la guerra in Ucraina, con la certezza e la forza che avere giustizia per una strage impunita, la cui verità può aiutare la democrazia del nostro Paese.

Luchino Chessa, presidente Associazione 10 Aprile-Familiari Vittime Moby Prince

Nicola Rosetti, presidente Associazione  140-Familiari Vittime Moby Prince

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