Le modalità di navigazione del traghetto Moby Prince
Facciamo cenno alla cronistoria giudiziaria evidenziando alcune falle della ricostruzione proposta dalla Procura di Livorno nella “Richiesta di archiviazione”  del 5 maggio 2010; archiviazione relativa al procedimento n°9726/06 avviato nel 2006 e noto come “Inchiesta-bis Moby Prince”.
Ci si richiama a questo documento poiché è con esso che la Procura di Livorno (unico organo finora competente per l’accertamento dei fatti) ha, al momento, chiuso ogni ulteriore accertamento sulla vicenda, come esplicitato nel capitolo “Conclusioni”: “nessuna delle ipotesi alternative vagliate è in grado di assumere una qualche parvenza di idoneità concausale né di credibilità” (p.150).
In merito all’argomento di questo approfondimento, le modalità di navigazione del traghetto, la Richiesta di archiviazione afferma che il Moby Prince viaggiasse con:
il portellone prodiero di seconda difesa – prescritto dalla normativa MARPOL 73-78 – ANNEX 1 – aperto
l’impianto sprinkler (antincendio) non funzionante, in quanto disabilitato
(Richiesta di archiviazione p.140);
Sul punto sono due i fatti che contraddicono quanto scritto dalla Procura della Repubblica:

la citata normativa MARPOL è una convenzione internazionale per la prevenzione dell’inquinamento causato da navi (MARitime POLlution) ed è un accordo internazionale per prevenire l’inquinamento del mare. E’ nata con lo scopo di ridurre al minimo l’inquinamento del mare derivante dai rifiuti marittimi, idrocarburi e gas di scarico. Il suo obiettivo è quello di preservare l’ambiente marino attraverso la completa eliminazione dell’inquinamento da idrocarburi e da altre sostanze nocive e la riduzione al minimo dello sversamento accidentale di tali sostanze. Non riguarda la prescrizione di portelloni di seconda difesa presenti a bordo di traghetti passeggeri. Nel 1991 non erano in vigore altre specifiche normative riguardo i sistemi di sicurezza in tema di navigazione che possano essere state fraintese nella stesura del documento da parte della Procura della Repubblica di Livorno, conformemente alla Classe di navigazione del traghetto Moby Prince;

l’impianto sprinkler antincendio era di tipo “a secco” per ragioni di sicurezza, ovvero le tubolature non contenevano acqua per evitare sia la formazione di ghiaccio nei tratti esterni durante le navigazioni invernali che per evitare il problema a cui accenna la Procura nella richiesta di archiviazione: la possibilità che eventuali perdite potessero rovinare gli interni del traghetto. L’esatto assetto con cui si presentò il sistema antincendio della Moby Prince al momento della collisione e soprattutto le modalità di funzionamento durante l’incendio a bordo non sono mai state oggetto di un’analisi approfondita e dirimente, tesa anche nell’eventualità a verificare i profili di responsabilità armatoriale sulla vicenda.