Antonietta Dal Tezzon, Montebelluna (TV), anni 47. Passeggera.
Ernesto Saccaro, Montebelluna (TV), anni 50. Passeggero.
Ivan Saccaro, Montebelluna (TV), anni 17. Passeggero.
Maria Marcon, Montebelluna (TV), anni 83. Passeggera.

Correva l’anno 1958, Ernestino partì verso la Svizzera con il suo carico di speranze in cerca di un futuro migliore per sé e per la sua famiglia. Qui, tra connazionali ci si frequentava nel dopo lavoro, in quest’occasione ebbe modo di conoscere Antonietta e di frequentarla, concretizzando poi un breve ma intenso fidanzamento. Nel 1965 infatti convolarono a giuste e desiderate nozze, dando il via così a un rapporto sincero e ricco di soddisfazioni, una vita però non priva di difficoltà, essendo loro emigrati (in Svizzera gli italiani venivano definiti “zingari”). Una di queste arrivò quando si presentò al mondo la figlia Claudia e da li a pochi anni il secondo genito Ivan, un bel ragazzotto pieno di vita e vigore. La famiglia Saccaro così composta crebbe in fede e amore Cristiano, la nonna paterna era perfino una catechista apprezzata in paese. Ernestino e Antonietta unirono le forze e con innumerevoli sacrifici risparmiarono quanto necessario per poter costruire la loro futura casa in Veneto, luogo in cui desideravano tornare prima che i figli crescessero troppo e, magari già inseriti appieno in quella società, non nutrissero titubanze o impedimenti nel rientrare nel paese di origine dei propri genitori. Nel Maggio 1978 avvenne il trasferimento a Biadene (TV), Claudia aveva 12 anni e Ivan appena 6. Il cambio di usi e costumi non fu affatto facile, passarono infatti da un sistema scolastico civico e maturo ad uno fragile, disorganizzato e non privo di retaggi discriminanti nei confronti di chi aveva abbandonato il proprio paese. Col tempo però la famiglia Saccaro si inserì nel nuovo tessuto sociale di Biadene a pieno titolo occupandone un ruolo di legittimo rispetto, Ernesto avviò infatti un’impresa di costruzioni con Sandro, un socio che lo accompagnò fino alla sua tragica scomparsa, la mamma invece occupò un ruolo importante come responsabile qualità modelli, progetti e campionario, in un’azienda di ricami molto nota e apprezzata anche fuori dai confini regionali (Ricamificio RIART). Mentre Ivan continuava i suoi studi, determinato a lavorare in futuro nel campo informatico, di cui era già un piccolo esperto, Claudia, terminati gli studi di licenza media inferiore, si trovò davanti ad un bivio: Continuare a studiare oppure contribuire sin da subito a rafforzare il bilancio familiare? Il desidero comune di ultimare la loro villetta era troppo forte, così decise la seconda. Un giorno accadde un evento cardine della sua vita:  Andando a ballare in un club conobbe Pino, che lavorava lì, non fu colpo di fulmine ma l’innamoramento di entrambi avvenne col tempo, tra un appuntamento e l’altro, tra una chiacchiera e l’altra, tutto ciò sfociò poi in un rapporto più intimo e non occasionale. Il loro rapporto andò avanti e Claudia chiese a Pino di presentarlo ai suoi familiari, curiosi di conoscere questo “ragazzotto del sud che aveva allontanato la figlia dalle consuete gite familiari domenicali”. Pino si ritrovò catapultato in un mondo in cui non doveva per forza chiedere la mano al padre della futura fidanzata, come accadeva in Sardegna, ma una regione più libera mentalmente e che non vincolava nessuno, tuttavia si decise a conoscerli solo quando prese la reale decisione di far diventare Claudia sua fidanzata e futura moglie. Arrivò dunque il giorno della presentazione, Ernesto era teso ed emozionato e Antonietta forse più “rancorosa” del ritardo di Pino sulla decisione del fidanzamento ufficiale. La giornata però si concluse con clima di festa, i genitori dovettero effettivamente constatare l’onestà e la gioia della coppia, finì tutto infatti a Cabernet e dolcetti! Il 19 Marzo del 1988 Claudia e Pino convolarono a nozze civili presso il comune di Montebelluna con intenzione di compiere anche il rito religioso. Nel 1991 entrambi si erano trasferiti in Sardegna, per scelta di una vita più rilassata e serena. Anche nonna Maria evoca sentimenti forti, era infatti una donna dall’immensa bontà, ne passò di tutti i colori in vita: Vittima di un marito che la maltrattava, morto giovane, dovette prendersi cura da sola dei suoi 4 figli (tra cui Antonietta) e poi di altri 4 nipoti, fu poi vittima di un intervento andato male che la costrinse a vivere il resto dei suoi giorni piegata in due. Andò a vivere con la famiglia Saccaro nel 1985 per volere di Antonietta stessa, passò i suoi ultimi anni in totale serenità, sempre col sorriso sulle labbra, specchio di un’anima pulita e cristallina. Stravedeva per la nipote Claudia e per Pino, il suo genero, fedele alleata di tutte le loro “marachelle” e sperava anche lei nel loro matrimonio, disse infatti alla nipote “io per te andrei fino in America!”. Il 10 Aprile 1991 lei, Antonietta, Ernesto, Ivan e i loro parenti i coniugi Guizzo, Fusinato e Pasquale Dal Zotto, partirono alla volta della Sardegna e si imbarcarono sul Moby Prince proprio per recarsi al tanto bramato matrimonio di Claudia e Pino, trovarono però la morte proprio a bordo del traghetto. Antonietta aveva telefonato Claudia qualche momento prima della partenza tranquillizzandola sulla serata che definiva “serena e senza vento”. Nel Gennaio del 2001 si unì a Claudia e Pino Alberto, un ragazzo di ormai 25 anni, educato e gioioso, ha molto contribuito a far tornare un po’ di ottimismo in una coppia ormai devastata dal dolore. La salma di Ivan, numero 71, di Antonietta, numero 78, di Ernesto, numero 79, di Maria, numero 80, sono state trovate all’interno del Salone Delux dinanzi la serranda tagliafuoco posta nel lato poppiero.

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